Venerdì 25 gennaio Gherardo Spinola, Chief Investment Officer di IMPact SIM, ha tenuto una lezione al Master in Finanza: strumenti, mercati e sostenibilità di Altis – Alta Scuola d’Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in cui ha illustrato agli studenti il suo approccio di gestione spiegando come questo si integri con i principi della finanza sostenibile.
Spinola, che dal 1993 gestisce il fondo flessibile di Azimut sgr, ha ripercorso il suo percorso professionale, iniziato alla fine degli anni ’80 presso Euromobiliare Spa come gestore e ha raccontato come il suo stile di gestione sia cambiato nel corso degli anni e quali sono stati i fattori che lo hanno portato nel corso della sua storia professionale ad applicare i principi ESG.
Sin dall’inizio lo stile di gestione di Gherardo è stato quello di investire principalmente in società mature, con una forte capitalizzazione e una storia o un track record alle spalle, escludendo quelle più piccole o che non offrivano comunque una garanzia sufficiente dal punto di vista del management.
Gherardo non ha mai avuto un benchmark di riferimento cui guardare ma lo screening qualitativo delle società su cui investire è stato sempre dettato da un mix fra gli interessi e intuizioni personali incrociati con le indicazioni quantitative fornite dal data base di Bloomberg.
Non si è mai fatto influenzare da eventi contingenti (es. Brexit, elezione di Trump, il no al referendum voluto dal Governo Renzi) né dalle previsioni macroeconomiche spiegando come in queste situazioni sia più redditizio non lasciarsi prendere dall’impulso ma piuttosto proseguire con il proprio approccio nella convinzione che fare soldi nell’immediato non può essere il driver che determina dove e come investire.
L’evento che ha fatto maturare in Gherardo l’idea di adottare uno stile di gestione sempre più rispondente ai principi della finanza sostenibile è stato la nascita del primo figlio, con la felicità che ne è naturalmente derivata ma anche con l’acquisita consapevolezza di svolgere un lavoro che gli permetteva di trasferire questa sua nuova realtà nella sua vita di tutti i giorni.
Da qui la decisione di non investire più in società e settori che per il loro tipo di business investono sulle “debolezze umane” – come quello del tabacco (“le uniche società che uccidono i propri clienti”), del gaming, dei superalcolici o delle armi. Approccio che ha premiato nel tempo la performance del fondo che, pur non avendo in portafoglio società comunque profittevoli, è stato comunque capace di battere l’indice di riferimento.
Uno screening che è diventato quindi non più solo qualitativo ma anche etico e che gli consente di andare a “dormire più tranquillo”.
Infine, Spinola ha ribadito come utilizzare informazioni riservate o price sensitive vorrebbe dire fare insider trading, che oltre ad essere un reato equivale a rubare.
Prima di rispondere alle domande degli studenti Spinola ha anche spiegato le ragioni che lo hanno spinto poco più di unno fa a fondare, insieme a Fausto Artoni e Stefano Mach, IMPact SIM, che prevede nel suo statuto la destinazione del 30% degli utili ad attività benefiche.
La convinzione è che la finanza sostenibile sia pronta per il prossimo step – e cioè quello di produrre un impatto positivo sulla società non semplicemente nella fase d’investimento ma anche in un momento successivo, mettendo a disposizione della collettività fondi per la realizzazione di progetti di utilità sociale che ormai sempre meno il pubblico riesce a sostenere.